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giovedì 10 luglio 2008

I rasta possono avere la marijuana...

Nei confronti dei seguaci della religione rasta trovati in possesso di erba in abbondanza i giudici devono essere comprensivi e considerare che, per gli adepti di tale religione fumare marijuana favorisce la contemplazione e la preghiera «nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone». Lo sottolinea la Cassazione che ha accolto il ricorso di Giuseppe G. contro la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione e 4 mila euro di multa, per illecita detenzione a fine di spaccio inflittagli dalla Corte di appello di Perugia, nel 2004. I carabinieri, infatti, lo avevano trovato con circa un etto di erba.
In Cassazione l'uomo ha sostenuto di essere un rasta fariano e di fumare l'erba in base ai precetti della sua religione che ne consentono l'uso quotidiano anche di 10 grammi al giorno. In particolare la Suprema corte ha ritenuto «fondato» il ricorso di Giuseppe G. con riferimento al fatto che i giudici di merito non avevano considerato «la religione di cui l'imputato si è dichiarato praticante» escludendo, pertanto, che potesse detenere un simile quantitativo di marijuana per esclusivo uso personale. In tal proposito gli Ermellini spiegano che «secondo le notizie relative alla caratteristiche comportamentali degli adepti di tale religione di origine ebraica, la marijuana non è utilizzata solo come erba medicinale, ma anche come erba medicativa. Come tale possibile apportatrice dello stato psicofisico teso alla contemplazione nella preghiera, nel ricordo e nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone, chiamato "il re saggio" e da esso ne tragga la forza».
Per questa ragione la Cassazione ha rimproverato la Corte d'appello di Perugia per aver condannato Giuseppe solo sulla base del «semplicistico richiamo al dato ponderale della sostanza» trascurando di valutare le «modalità comportamentali del rasta ». Adesso toccherà alla corte d'appello di Firenze riesaminare la vicenda perchè gli Ermellini hanno annullato, con rinvio, la condanna di Giuseppe.

Recupero debiti, caos tra studenti e prof

Riporto un articolo degli ultimi giorni : Secondo l'associazione studentesca i dati raccolti confermerebbero il grande stato di caos in cui versano le scuole italiane: tanti sono gli studenti che non sono stati informati sulle modalità di recupero, su come verranno svolte le prove di verifiche, quali sono i docenti che possono fare i corsi estivi e a chi spetta invece la valutazione finale. In molti casi famiglie e studenti avrebbero avuto dalla scuola una comunicazione tardiva e contraddittoria, comunque insufficiente ad intervenire sul recupero dei debiti. In altri casi i corsi al termine del primo quadrimestre non sono stati realizzati o sono stati realizzati solo in maniera parziale.A questo si aggiungerebbero casi eclatanti come quello dell'Istituto di Mestre che non ha fatto nessun corso adducendo come scusa la svogliatezza degli studenti, fino all'istituto di Palermo che ha bocciato 200 studenti su 700, passando per le scuole di Padova e di Verona che fanno pagare i corsi agli studenti.Insomma i corsi sembrano davvero difficili da organizzare e, siccome costano, molti dirigenti stanno attuando scorciatoie per non farli o per farli riducendo l'impatto sui bilanci delle scuole.La Rete degli Studenti denuncia anche poca chiarezza in merito alle verifiche che ci saranno d'estate e in quelle fatte per il recupero dei debiti del primo quadrimestre: voti raccolti in interrogazioni solitarie, compiti in classe che valgono come prove per l'assolvimento del debito, voti scritti a matita, registri scomparsi.L'associazione ha chiesto la revisione di alcuni giudizi finali e sta valutando l'ipotesi di ricorsi collettivi in scuole dove non si sono fatti i corsi o dove sono avvenute gravi irregolarità. Da qui riprendo io: secondo me questi dati dimostrano come questa nuova legge sia scandalosa… quel che è certo è che sicuramente servirà x far capire agli studenti che lo studio è importante e ai docenti che saper insegnare è altrettanto importante. A parte questa piccola parentesi voglio dire che le modalità di recupero dei debiti, che prevedono appunto il recupero tramite i corsi estivi, sono un po’ ambigue. Io voglio fare una domanda a tutti: Perché se l’esame x l’ammissione alla classe successiva è al 1 settembre (o fine agosto) i corsi si svolgono completamente o in parte a giugno? e perché alcune scuole addirittura non li prendono neanche in considerazione? Lascio a voi il quesito…

martedì 8 luglio 2008

"Jim Morrison non è morto, vive alle Seychelles"

Se a dirlo è Ray Manzarek, tastierista dei Doors, gli si può credere. Secondo quanto rivelato dal musicista in un'intervista, Jim Morrison avrebbe finto di morire nel 1971 e ora vivrebbe in incognito alle Seychelles.
Trentasette anni fa il corpo del leggendario cantante è stato trovato senza vita nella vasca da bagno del suo appartamento di Parigi. Ufficialmente è morto per infarto, ufficiosamente per un'overdose di eroina
Manzarek ha raccontato al Daily Mail: "Jim era un'anima in pena, continuamente alla ricerca di qualcosa di diverso e anche sei anni di successi - ed eccessi - con i Doors non erano abbastanza per lui".

Un anno prima della sua morte Morrison ha mostrato al suo compagno una brochure per le Seychelles dicendo: "Non sarebbe il posto perfetto per scappare se tutti credessero che tu fossi morto"?
Il tastierista ha confidato che quando ha saputo la notizia della morte di Jim ha pensato come prima cosa che fosse solo l'ennesimo gossip. Il manager Bill Siddons si è recato a Parigi a scoprire la verità ma quando è arrivato era già troppo tardi. Il corpo del cantante era già stato cremato solo quattro giorni dopo il decesso nel cimitero Père Lachaise a Parigi. Non è mai stata fatta un'autopsia.

martedì 1 luglio 2008

La guerra d'indipendenza di Capitan Calamità

Le Shetland, afferma qualsiasi atlante geografico, sono un arcipelago di circa cento isole situato 210 chilometri a Ovest della costa scozzese, appartenente alla Gran Bretagna. Da ieri qualcuno sostiene che sono novantanove. Stuart Hill, un pensionato inglese di 65 anni soprannominato "Captain Calamity" (Capitan Calamità), ha proclamato l’indipendenza di Forvik, la minuscola isoletta delle Shetland di cui è l’unico residente. Nella sua qualità di leader unico, carica che nessuno, a parte un paio di capre selvatiche, potrebbe contestargli, intende avviare la secessione dell’isola dal Regno Unito e - da buon euroscettico come la maggioranza dei suoi compatrioti - anche l’uscita dall’Unione Europea. Nei prossimi mesi si prepara a coniare una moneta propria, denominata "gulde", stampare propri francobolli e alzare una propria bandiera. Non pagherà più imposte al Paese della regina Elisabetta e forse spera di attirare altri residenti a fare altrettanto, facendo del suo territorio, grande poco più di un ettaro, una "dipendenza della Corona" come le isole anglo-normanne della Manica, ricchi paradisi fiscali e regni dell’investimento off-shore.Per prima cosa, però, Capitan Calamità dovrà costruire almeno un edificio su Forvik. Attualmente, lui dorme dentro una tenda canadese, ma sta erigendo una baracca di 25 metri quadrati fatta di polietilene, legno laminato e tappeto erboso.Non ci sono state reazioni da parte del Foreign Office britannico, che potrebbe non prenderlo sul serio. Ma Hill non scherza. Sostiene che l’appartenenza delle Shetland alla Gran Bretagna, sancita nel 1469 da un dono del re di Danimarca a re Giacomo III di Scozia, è frutto di un imbroglio di cui, studiando antichi testi, lui dice di avere scoperto le prove. La sua iniziativa mira a scuotere dal torpore anche il resto dei 22 mila abitanti delle Shetland, affinché l’intero arcipelago dichiari l’indipendenza.“La Scozia prima e il Regno Unito poi si sono appropriati di un territorio che non spetta loro, è ora di mettere fine a questa ingiustizia”, ha detto Capitan Calamità allo “Shetland News”, il settimanale delle isole. Il suo soprannome deriva da un’impresa: sette anni fa partì su una barca costruita da lui stesso per circumnavigare la Gran Bretagna, ma l’imbarcazione si capovolse e da allora Hill non si è più mosso. (Anke il Castello, presto, kiederà l'indipendenza) tratto da La Repubblica del 23 giugno.