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martedì 3 giugno 2008

Parco = $$$$$$$?

Il paese che sorge sulla Valle del fiume Bidente annovera numerosi ritrovamenti del periodo neolitico che attestano la presenza nel territorio di popolazioni dedite alla caccia. Abitata sin dalla preistoria, in epoca romana anche Santa Sofia come tutta l'Alta Valle del Bidente dovette far capo al centro di Mevanìola prima e alla potente abbazia di S. Ellero poi.


In epoca alto medievale si svilupparono sulle sponde del fiume Bidente gli insediamenti di Mortano (sulla destra) e di Santa Sofia (sulla sinistra). Nel XV secolo passò in parte sotto il governo dei Medici di Firenze, ad esclusione di Mortano che insieme alle vicine Civitella e Meldola, rimase sotto il dominio dello Stato della Chiesa. La denominazione fiorentina, tuttavia, non fu solo conquista militare, ma coinvolgimento culturale ad ogni livello, tanto da lasciare un'impronta indelebile.


Negli anni successivi (1548-1811), e fino alla costituzione del Comune, S.Sofia ebbe un'amministrazione comunale dipendente dalla podesteria di Galeata. Nel 1923, come altri paesi del versante romagnolo dell'Appennino toscano, è entrata a far parte della provincia di Forlì. In quella data fu decisa anche la fusione tra Mortano e S.Sofia.


Lungo il perimetro di Piazza Matteotti, affacciata sul greto del Bidente, si prospettano numerosi edifici, per buona parte ricostruiti dopo il terremoto del 10 novembre 1918. Questa parte del paese è conosciuta come la 'piccola Firenze'.



Lungo il perimetro della piazza principale, Piazza Matteotti, affacciata sul greto del Bidente, si prospettano numerosi edifici, per buona parte ricostruiti dopo il terremoto del 10 novembre 1918. Questa parte del paese è conosciuta come la 'piccola Firenze' dove si trovano la Torre Civica, il Palazzo Comunale, ex Crisolini Malatesta, e l'Oratorio del S.S. Crocifisso, o del Gonfalone, commissionato dalla famiglia Giorni, risalente al XVI secolo, ricostruiti dopo il terremoto del 1918.


Anticamente accanto all'oratorio era ubicato un ospedale. Secondo la tradizione sarebbe stato costruito proprio nel punto in cui fu ritrovato il suo prezioso crocifisso quattrocentesco trascinato da una distruttiva piena del Bidente. Palazzo Giorni, che oggi ospita un istituto di credito, fu costruito dalla famiglia Mortani intorno al XVII secolo con elementi tardo barocchi evidenti soprattutto nei prospetti, ha, sul retro, un bel giardino trasformato in parco pubblico.


Santa Sofia fa parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e sede della Comunità del Parco. Da segnalare anche l'attenzione verso la musica (Banda comunale Roveroni, presenza di un cospicuo numero di gruppi musicali emergenti) e verso l'arte contemporanea (Galleria d'arte contemporanea 'Vero Stoppioni', Parco di sculture all'aperto nell'alveo del Bidente, Premio Campigna


Questa è Santa Sofia per un turista... non c'è nessuna attrazione? Perché viene citata una serie di elementi del passato che a mala pena un Santasofiese conosce e che hanno un valore quasi nullo in quanto in parte non più esistenti o di scarso valore. LA DOMANDA è QUESTA: COME SI PUO' VALORIZZARE TURISTICAMENTE QUESTO PAESE E CHI HA IL POTERE DI FARLO??? anche perché vorrei sinceramente capire che colpa ha il comune della gestione del parco, anzi: il nostro comune insieme alla pro loco ha sempre organizzato feste durante l'estate che attraggono i turisti (non sto a menzionarvele, le conoscete già). Mi piacerebbe anche informarmi su quanti paesi in Italia vivano sull'economia del Parco e se è possibile farlo, Perché i parchi naturali non attraggono maree di gente, anche perché ce ne sono di parecchi e non dico più belli, ma sicuramente di più sponsorizzati e prestigiosi del nostro, senza contare che Santa è solo uno dei tanti paesi da cui si ha l'accesso al parco..