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giovedì 28 febbraio 2008

meglio essere donne(?)

MILANO - Quelli che «siccome sono un ragazzo semplice forse ci guadagnerei e sembrerei più sveglio». Quelli che «hanno una forza incredibile e sanno ottenere ciò che vogliono ». Quelli che «c'è poco da fare, c'hanno una marcia in più». Insomma: quelli che «essere donna è meglio, molto meglio». Benvenuti nel mondo degli adolescenti che sorprendono. Ragazzini di terza media, prima e seconda superiore, che messi alle strette confessano: essere femmina per un giorno, che bellezza... E fanno saltare gli stereotipi di sempre, cioè l'idea che tutti i maschietti guardino l'altra parte del cielo come osservassero un'infinita distesa di pettegole, chiacchierone, romantiche e inconcludenti. Può sembrare così, certo, ma le cose cambiano se lasci un ragazzino davanti a un foglio bianco a riflettere sul seguente argomento: se domattina ti svegliassi donna quali sarebbero i tuoi pensieri, quali le tue emozioni? Il tema è stato proposto a 323 alunni di scuole medie e superiori in Sicilia, Campania, Basilicata, Emilia, Toscana, Trentino e Liguria. Maschi e femmine fra i 14 e i 16 anni (per le ragazze, va da sé, il risveglio era ipotizzato nei panni di un uomo). L'idea è della psicologa Gianna Schelotto. «Pensavo all'8 marzo e al fatto che ogni anno sono tutti lì a discutere sul senso o il non senso di quella giornata. E allora mi è venuto in mente di indagare fra i pensieri dei giovanissimi. Cosa pensa un sesso dell'altro? mi sono chiesta. Mi sono fatta aiutare da amici insegnanti e ne è venuta fuori una ricerca vera e propria». Tanto per cominciare: le ragazzine sono molto più «velenose» di quanto lo siano i compagni maschi verso il mondo femminile. Se aprissero gli occhi da uomo non sarebbero contente, sia chiaro. Ma riflettendo su quell'improvviso cambiamento non perdono occasione per far notare le debolezze femminili («se fossi un uomo vedrei le donne sole e tristi ad aspettare chissà cosa... »; «quand'ero donna non sopportavo mio padre e mia madre mi diceva di stare zitta e sopportare...»). Invece più di 6 ragazzi su 10 (il 62%) fanno considerazioni positive sull'ipotesi di svegliarsi donne all'improvviso. Mario rivela: «Quello che invidio delle donne è la paura. Loro possono aver paura e non vergognarsi, nessuno le costringe a sembrare quello che non sono». Marco si immagina nei panni di una lei e scrive «ora che sono una donna posso anche considerarmi intelligente ». Carmine non ci si vede proprio in quei panni («non vorrei diventare donna per tutto l'oro del mondo») anche se dice di sapere benissimo «che loro sono meglio di noi». Tutto sommato, riflette, «preferisco restare uno un po' tonto che pensa solo al pallone e alle cose non intellettuali ». Adriano ammette: «Se c'è una cosa che non capisco delle ragazze è come riescono a stare sempre sui libri e a divertirsi anche». Un bel po' complicate, un po' misteriose, le donne viste da questi ragazzini. Che sembrano quantomai sinceri perché vivono l'esperienza come fosse un sogno: con la certezza che al risveglio tutto torna com'era, irrimediabilmente maschile. Onda, l'osservatorio nazionale per la salute della donna di Milano e «I Buonavoglia», uno dei circoli culturali più prestigiosi di Genova, hanno promosso la ricerca assieme alla dottoressa Schelotto e saranno al suo fianco nel presentarla in diverse città italiane, fra il 6 marzo e il 19 aprile. Nessuna pretesa scientifica, premettono. «Ma la registrazione di una tendenza, quella sì» dice la psicologa, «e cioè la tendenza a dichiarare in modo aperto e netto, invidia, ammirazione, paura e rispetto verso le donne». Che spesso sono un enigma così complicato che quasi quasi è meglio lasciarlo irrisolto, come semplifica Giovanni, II superiore: «Penso che sia una bella cosa essere donna per le donne. Per me è meglio che resti come sono».